Istantanea 12 maggio 2014: Dalia.


Cara Dalia,
cresci a vista d'occhio, ma ancora sei capace di accucciarti sul mio petto con le gambotte a ranocchio, come appena nata.

Sei sempre più Dadzilla: picchi tutti, ma col sorriso. Un mostro hollywoodiano, praticamente.


Sei costante nella pratica della molestìa. Ad esempio di notte.
Vai a letto presto e ti addormenti abbastanza in fretta, senza capricci né resistenze. Poi però ti svegli in piena notte e mi vieni a cercare. Se ti tengo nel lettone l'effetto Bud Spencer è assicurato: botte da orbi e puzzette a gogo, d'altronde si sa: anche gli angeli mangiano fagioli.
Quindi in genere ti porto nel terzo letto della vostra camera e mi metto lì con te.
Ti riaddormenti in fretta.
Però.
Però arriva un certo punto della notte in cui ti scatta la molestìa acuta. Ti piace assai, approfittando della mia inermitu... inermitez... del mio essere inerme per infilarmi i ditini grassocci nel naso. O nelle orecchie. O negli occhi. Per titillarmi i nei, che credo esistano poche cose al mondo che mi danno fastidio così, di più forse solo il dito nell'ombelico, ma sono convinta che lo scoprirai presto.
Poi riveli la tua natura felina tirandomi a te con le zampe davanti e contemporaneamente respingendomi con quelle inferiori. Chi ha mai avuto un gatto sa perfettamente a cosa mi riferisco.

Le maestre a scuola mi dicono che mordi. Dove non arrivi coi denti vai con le sberle. Dove non arrivi con le sberle vai con i calci. Ti insegno a usare la fionda o il giavellotto se vuoi.

Anche loro però finiscono la frase con "però è così simpatica!".

Che tu c'hai quella faccia che ci frega tutti. Sei già capace di fare l'occhio del gatto di Shreck, piccola manipolatrice. Ma noi ti vogliamo bene anche per quello. (e io ti invidio anche un po', caspita, insegnami!).




Contempliamo le piegotte a sbluso finché è possibile.

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