C'era
una volta una bellissima ragazza polacca, chiamiamola con un nome di fantasia, tipo Kasia.
Figlia di un
aviatore, fin da ragazzina viene notata per la sua bellezza, vince
concorsi, fa la modella, poi diventa attrice e si fa conoscere in Italia
per uno spot di una nota marca di telefonia mobile.
Ma ahimè, fin da subito dimostra una insana passione per ciò per cui siamo più famosi all'estero: il tamarro italico.
Bella
com'è, sbaraglia la concorrenza e si aggiudica il re dei tamarri, colui
che ha fatto della sua tamarraggine il marchio distintivo, anche
giocandoci sopra con una certa intelligenza: Pietro Taricone (Ta-Ta*).
Lei lo ama, ma
forse Pietro in realtà è un vero principe travestito da re dei tamarri,
così Kasia casca tra le pelose e braccialettate braccia di uno che tamarro lo è da qualsiasi
lato lo si guardi: Raz "sono fatti miei" Degan.
Ma
è solo una parentesi, Kasia torna poi dal suo Pietro, ma la storia
finisce male. A salvarla dalla tristezza da vedovanza arriva lui:
Domenico Procacci. Il produttore e l'attrice, come favola comanda.
Fosse una favola, finirebbe qui.
Invece la storia va avanti: da Venezia arriva la notizia che pare-dicono-si-mormora-che
Kasia abbia lasciato il fascinoso Domenico per nientepopodimenoché...
l'ex tronista Francesco Arca, suo coprotagonista nel film che Kasia
presenta al festival, prodotto proprio dal povero Domenico.
Ooops, I did it again...
Bufala? Strategia promozionale del film? mmmh.
Noi che conosciamo la piccola perversione di Kasia, la risposta forse ce l'abbiamo.
Cenerentole moderne.
Lasciano il principe bello-ricco-per-bene per seguire i propri sogni. Anche se son sogni tamarri.
*questa del "Ta-Ta" quanti se la ricordano?
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